Nuova Riveduta:

2Cronache 32:25

Ma Ezechia non fu riconoscente del beneficio ricevuto; poiché il suo cuore s'inorgoglì, e l'ira del SIGNORE si volse contro di lui, contro Giuda e contro Gerusalemme.

C.E.I.:

2Cronache 32:25

Ma la riconoscenza di Ezechia non fu proporzionata al beneficio, perché il suo cuore si era insuperbito; per questo su di lui, su Giuda e su Gerusalemme si riversò l'ira divina.

Nuova Diodati:

2Cronache 32:25

Ma Ezechia non corrispose al beneficio a lui fatto, perché il suo cuore si era inorgoglito; perciò su di lui, su Giuda e su Gerusalemme si riversò l'ira dell'Eterno.

Riveduta 2020:

2Cronache 32:25

Ma Ezechia non fu riconoscente del beneficio che aveva ricevuto; poiché il suo cuore si inorgoglì, e l'ira dell'Eterno si volse contro di lui, contro Giuda e contro Gerusalemme.

La Parola è Vita:

2Cronache 32:25

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La Parola è Vita
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Riveduta:

2Cronache 32:25

Ma Ezechia non fu riconoscente del beneficio che avea ricevuto; giacché il suo cuore s'inorgoglì, e l'ira dell'Eterno si volse contro di lui, contro Giuda e contro Gerusalemme.

Ricciotti:

2Cronache 32:25

Ma non corrispose pienamente ai benefici ricevuti, poichè il suo cuore si inorgoglì, e l'ira [del Signore] si accese contro di lui e contro Giuda e Gerusalemme.

Tintori:

2Cronache 32:25

Egli però non corrispose ai benefizi ricevuti, e siccome il suo cuore s'insuperbì, l'ira divampò contro di lui, contro Giuda e contro Gerusalemme;

Martini:

2Cronache 32:25

Ma egli non corrispose ai benefizj, che avea ricevuti, perchè il suo cuore si inalberò: e si accese l'ira contro di lui, e contro Giuda, e Gerusalemme.

Diodati:

2Cronache 32:25

Ma Ezechia non fu riconoscente del beneficio ricevuto; perciocchè il suo cuore s'innalzò; laonde vi fu indegnazione contro a lui, contro a Giuda, e contro a Gerusalemme.

Commentario abbreviato:

2Cronache 32:25

24 Versetti 24-33

Dio lasciò Ezechia a se stesso, affinché, attraverso questa prova e la sua debolezza in essa, si conoscesse ciò che c'era nel suo cuore; che non era così perfetto nella grazia come pensava di essere. È bene che conosciamo noi stessi, la nostra debolezza e il nostro peccato, per non essere presuntuosi o sicuri di noi stessi, ma per vivere sempre in dipendenza dalla grazia divina. Non conosciamo la corruzione del nostro cuore, né cosa faremo se Dio ci abbandona a noi stessi. Il suo peccato è stato quello di aver innalzato il suo cuore. Che bisogno hanno i grandi uomini, gli uomini buoni e gli uomini utili di studiare le proprie infermità e follie, e i loro obblighi nei confronti della grazia gratuita, per non pensare mai a se stessi, ma implorare ardentemente Dio che li mantenga sempre umili! Ezechia ricambiò malamente Dio per i suoi favori, facendo di questi favori il cibo e il carburante del suo orgoglio. Rifuggiamo le occasioni di peccato: evitiamo le compagnie, i divertimenti, i libri, sì, gli stessi panorami che possono favorire il peccato. Affidiamoci continuamente alla cura e alla protezione di Dio, pregandolo di non lasciarci mai e di non abbandonarci. Benedetto sia Dio, la morte porrà presto fine al conflitto del credente; allora l'orgoglio e ogni peccato saranno aboliti. Non sarà più tentato di trattenere la lode che appartiene al Dio della sua salvezza.

Riferimenti incrociati:

2Cronache 32:25

De 32:6; Sal 116:12,13; Os 14:2; Lu 17:17,18
2Cron 32:31; 25:19; 26:16; De 8:12-14,17; 2Re 14:10; 20:13; Ez 28:2,5,17; Dan 5:20,23; Abac 2:4; 2Co 12:7; 1Ti 3:6; 1P 5:5,6
2Cron 24:18
2Sa 24:1,10-17; 1Cron 21:1,12-17

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